FLORIDA E COSTA RICA

Un viaggio dall'inizio a dir poco rocambolesco, che vi abbiamo già raccontato in questo post http://orsiconlavaligia.blogspot.it/2018/03/nella-foresta-pluviale-con-crocs.html , e un seguito altrettanto ricco di imprevisti da gestire ma, forse anche per questo, indimenticabile.

Il nostro viaggio è organizzato in autonomia ed è un viaggio adatto in particolar modo agli amanti della natura e degli animali, dato che la piccola nazione è ricchissima di biodiversità facilmente avvistabile, ma povera di folklore e priva di bellezze architettoniche.



Abbiamo scelto di viaggiare a fine novembre-inizio dicembre, perché anche se siamo in Centro America i prezzi sono alti e questo periodo, che coincide con la fine della stagione delle piogge, consente di usufruire di prezzi più bassi e di non trovare nei parchi folle di turisti. Purtroppo nella prima parte del nostro viaggio le piogge sono state ancora abbondanti e ci hanno costretto a saltare alcune tappe previste dal nostro programma.

Dato che la maggioranza dei voli prevedeva uno scalo a Miami, abbiamo deciso di unire al viaggio in Costa Rica alcuni giorni di relax nelle isole Keys in Florida.


GENOVA-PARIGI-MIAMI
Voliamo con Air France, il ns volo da Genova per Parigi ha un ora di ritardo per nebbia ed ecco il primo contrattempo: noi con una corsa prendiamo la coincidenza mentre le nostre valigie, scopriremo dopo, rimangono a Parigi.
Dopo aver completato le formalità burocratiche, dall’aeroporto prendiamo il bus di linea Route 150 per solo $2,5 ed arriviamo in centro a Miami Beach. Qui avevamo prenotato il Hotel in ottima posizione sia per la vicina fermata della Route 150 sia perché centralissimo.
Passiamo la serata a procurarci magliette, mutande, calze ecc. dato che l’indomani partiamo per il Costa Rica e i nostri bagagli non li vedremo  per alcuni giorni.
Miami non ci entusiasma, brutta gente nelle strade e negozi che non hanno vie di mezzo fra boutique di lusso e negozi terribili con  scarpe con la zeppa e vestiti di pizzo di infima qualità. Comprare quello che ci serve non sarà facile!

MIAMI-SAN JOSE’-TORTUGUERO OCEANO ATLANTICO
Voliamo con American Airlines verso la capitale del Costa Rica e lì troviamo ad attenderci il pulmino che ci porterà al Tortuguero, dove passeremo 2 notti. Il viaggio è lungo, 3 ore di pulmino per arrivare all’imbarcadero La Pavona e poi 1 ora di barca per arrivare al villaggio del Tortuguero adiacente all’omonimo parco naturale.
Il Tortuguero è circondato dall’Oceano Atlantico da un lato e da una fitta rete di canali dagli altri lati, si può raggiungere solo in aereo o in barca. Abbiamo quindi preferito rimandare il noleggio dell’auto al ritorno del Tortuguero per non lasciarla 2 giorni nel parcheggio a fianco all’imbarco. 
Ci siamo affidati per il trasferimento, i pernottamenti e le gite al Tortuguero a Barbara Hartung una biologa tedesca titolare della http://www.tinamontours.de/ l’unica che offriva flessibilità sugli orari del trasfer, le altre agenzie partono tutte da San Josè il mattino alle 6 e ci avrebbe fatto perdere un giorno.
Abbiamo pernottato e mangiato da Miss Junie, camere spartane ma pulite…il ristorante dovrebbe essere il migliore del villaggio…a noi non è piaciuto e oggettivamente offre porzioni molto piccole.

Con la guida precisa e dettagliata di Barbara Hartung facciamo la gita in canoa sui canali della laguna (3 ore) e la camminata nella foresta (altre 3 ore – indispensabile affittare gli  stivali di gomma). Grazie all’occhio ed alla competenza di Barbara avvistiamo tantissimi animali: scimmie ragno, urlatrici, cebi cappuccini, bradipi, caimani, serpenti, tarantole e altri insetti e uno svariato numero di uccelli. Non vediamo invece le tartarughe, ma eravamo consapevoli che non era il periodo giusto. Purtroppo la pioggia battente ci sfianca e non avere abiti asciutti da metterci causa bagagli ancora non recuperati rovina ogni cosa…

TORTUGUERO-VULCANO ARENAL
Dopo un’altra ora di pioggia battente in barca (nota: è indispensabile avere un poncho anche quando non piove dato che le barche sono basse e aperte e ci si bagna molto con gli spruzzi, prevedete di coprire voi e le vostre valigie!), poi un’ora di taxi per arrivare al paese di Guapiles, dove ci attende il nostro 4x4 prenotato con Poas Rent a Car. Il prezzo è discreto ma l’auto non è in perfette condizioni e a metà viaggio saremo costretti a cambiarla e ci farà saltare una tappa…
Consigliamo a tutti coloro che intendono affittare l’auto in Costa Rica di dotarsi di un GPS, le indicazioni sono pochissime soprattutto nei dintorni delle città e doversi orientare con una cartina o doversi fermare ripetutamente a chiedere porterebbe via troppo tempo. Noi avevamo le mappe caricate sul nostro GPS ma tutte le agenzie di noleggio lo affittano insieme alla macchina.

Dobbiamo fare una deviazione rispetto al programma: tornare all’aeroporto di San Josè a recuperare le nostre valigie, nel frattempo arrivate da Parigi.. altro tempo perso ma, grazie alla cortesia del personale del https://sjc-airport.com abbiamo finalmente le nostre cose! 
Arriviamo a La Fortuna, cittadina ai piedi del vulcano Arenal che purtroppo in questi giorni non offre lo spettacolo delle colate laviche. Piove forte e decidiamo di non andare alle famose Terme, sono all’aperto e nonostante faccia caldo sarebbe un supplizio anziché un piacere e così ci rilassiamo nel nostro cottage,curato e con un buon prezzo. 

Il mattino seguente visitiamo il Parco Nazionale del Vulcano Arenal; la passeggiata è piacevole (2h circa) ma le nuvole coprono parzialmente il panorama sul vulcano. Torniamo a prendere i bagagli e ci mettiamo in marcia direzione Santa Elena-Monteverde.

VULCANO ARENAL-MONTEVERDE
Impieghiamo circa 3-4h per arrivare a Santa Elena, cittadina pittoresca circondata da due foreste pluviali. I km totali, 140 circa, non sono molti ma gli ultimi 30 sono su pista sterrata un po’ accidentata. Il 4x4 è indispensabile, anche perché le compagnie di autonoleggio vietano l’uso dei loro veicoli non fuoristrada sulle strade non asfaltate.. e in questo viaggio sono la maggior parte. Quindi, non basatevi sui chilometraggi per calcolare i tempi ed i consumi. Non abbiamo mai trovato condizioni di guida davvero impegnative, sono percorsi affrontabili da chiunque, però con tempi, comfort ed attenzione a dove si mettono le ruote diverse da quelli di una autostrada.

Siamo in montagna ad oltre 2.000 m, se intende andare portatevi un buon maglione  ed un poncho: il freddo è pungente e…se la chiamano foresta “pluviale”, c’è un suo perchè!

Dedichiamo la giornata alla camminata sui ponti sospesi sulla foresta pluviale, una bella esperienza che offre un punto di vista diverso sia sulla cima degli alberi sia sulla colonia di scimmie urlatrici che li popola. Anche la camminata nella foresta è piacevole nonostante la pioggia.
Rinunciamo invece alla camminata notturna di un paio di ore nella foresta, il freddo e la pioggia che non molla ci scoraggiano.


MONTEVERDE-SAMARA OCEANO PACIFICO
I primi timidi raggi di sole ci  permettono di vedere meglio il paesaggio che ci circonda e se non fosse per banani e altri alberi esotici sembrerebbe di essere in svizzera dato che abbondano pascoli di mucche e caseifici! 
Partiamo e ci dirigiamo verso il Pacifico, migliora il tempo e anche l’umore! Arriviamo nel pomeriggio in una bellissima casa gentilmente prestataci da un amico…posto fantastico! Vista meravigliosa! Ci circondano i suoni della foresta, le ormai famigliari scimmie urlatrici, iguane, pappagalli e altri uccelli. Un paradiso!


Rimaniamo due notti con il rammarico di non aver scelto di starci di più. L’idea era quella di abbinare al soggiorno la visita alla Riserva dell’Ostional dove in questo periodo le tartarughe depongono le uova ma proprio qui la nostra auto ha dei problemi e ci troviamo costretti a sostituirla con una auto non 4x4. La strada per arrivare a Ostional è accidentata, bisogna superare diversi guadi di torrenti e così con il cuore piccolo piccolo dobbiamo rinunciare…

SAMARA-MANUEL ANTONIO
Da Samara ci spostiamo al Manuel Antonio un Parco Naturale sull’Oceano contornato dalla foresta e popolato da tantissimi animali. Il viaggio è lungo, circa 6 ore, l’unica sosta che facciamo è a Tàrcoles per vedere la colonia di coccodrilli che si ‘rilassa’ al sole nelle acque del Rio. Saltiamo invece il Parco di Carara perché, anche su consiglio delle guide, non ci fidiamo a lasciare l’auto parcheggiata con dentro i bagagli.

Arriviamo a Quepos nei pressi di Manuel Antonio, la cittadina è piuttosto squallida ma le fregate che solcano i suoi cieli sono spettacolari. Raggiungiamo l’appartamento che avevamo prenotato e dove staremo due notti. L’appartamento è bellissimo, dotato di ogni confort con due terrazzi con tavolo, sedie e amache vista oceano e foresta, una bella piscina. 

Manuel Antonio è un parco bellissimo! La spiaggia è bella e qui si può anche fare il bagno, a differenza delle altre zone del Pacifico dove la corrente è pericolosa e rende il mare adatto solo ai surfisti. Intorno alla spiaggia la foresta offre incontri ravvicinati con molti animali.

Vediamo scimmie urlatrici, cebi cappuccini, bradipi, le bellissime e gigantesche farfalle morpho, diverse iguana e…i procioni! I cartelli sono ovunque ‘non date da mangiare agli animali’ ma nessuno ci aveva avvisato di stare attenti ai procioni: arrivano in tre, in un secondo aprono la zip dello zaino e senza esitazione prendono il sacchetto con il nostro pranzo al sacco! Rimaniamo di stucco…e affamati!!!
Per cena andiamo al El Avion un ristorante ricavato dalla fusoliera di un aereo Fairchild del ’54, caratteristico il locale e ottima la cena.

MANUEL ANTONIO-VULCANO POAS
Ultima tappa in Costa Rica, l’indomani abbiamo l’aereo per Miami e il Vulcano Paos dista solo 37km dall’aeroporto, preferiamo quindi dormire qui anziché nella caotica e un po’ pericolosa San Josè.

Nelle guide è specificato: il cratere si vede solo prima delle 10 di mattina, dopo una spessa coltre di nubi lo avvolge. Noi al mattino non abbiamo tempo dato che dobbiamo partire e così ci proviamo lo stesso il pomeriggio prima…vediamo solo un mare bianco…suggestivo ma il cratere non si intravede nemmeno! Ripieghiamo sui sentieri che lo circondano, sembra di essere in un film fantasy! L’atmosfera è quella di un bosco fatato e contorto…molto particolare!

SAN JOSE’-MIAMI 
Torniamo a Miami, l’aereo ha 4 ore di ritardo e così buttiamo via la giornata. 

MIAMI-KEY WEST
Dopo un rapido giro nel centro di Miami prendiamo la US 1 e in circa 3h30 arriviamo a Key West. Il tragitto è suggestivo, si viaggia sui ponti che collegano le numerose isole con a un lato il Golfo del Messico e dall’altro il Mar dei Caraibi.
Siamo a dicembre e ci sono 27°-28° e un bel sole. Arriviamo a Key West dove abbiamo affittato un appartamento per 4 notti in pieno centro ed è semplicemente il più bel posto in cui abbiamo dormito in tanti anni di viaggi!

Key West è bellissima, un bel mare e una atmosfera libera e frizzante! Bello camminare in Duval Street e osservare la varia umanità che passeggia. Spettacolari ed imperdibili  i tramonti che si possono vedere da Malloy Square, appuntamento serale al Celebration Sunset, dove artisti di strada e Margarita ghiacciate accompagnano il tuffo del sole nell’Oceano. Siamo fortunati e nei giorni che passiamo qui riusciamo a vedere anche una caratteristica sfilata di carri natalizi e la rievocazione storica di una battaglia presso il Fort Zachary Taylor Park.

Visitiamo anche il Bahia Honda National Park con la sua bella spiaggia e Big Pine per vedere i cervi più piccoli al mondo. Qui desistiamo dal fare trekking dato che gli avvisi sui sentieri parlano di alligatori e serpenti a sonagli, tornavamo dalla spiaggia e decisamente le nostre calzature in quel momento non erano adeguate!

Avevamo previsto in questi giorni anche di visitare il Parco delle Everglades con una gita in giornata ma ci siamo resi conto che i limiti di velocità sulla US1 sono molto stringenti e seppur non ci siano tantissimi km il trasferimento in giornata sarebbe stato troppo lungo. Decidiamo di passare un’altra giornata sulla  bellissima spiaggia del Fort Zachary Taylor Park a Key West. E’ li che assistiamo ad un altro spettacolare tramonto, con brigantini a vela a fare da sipario. 
L’ultimo di questo nostro viaggio.

E così con una profonda invidia per a chi ha la possibilità di vivere nel Paradiso delle Isole Keys a malincuore si torna a casa! 

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