IL MUSEO DELLA LANTERNA - GENOVA

 Prima di tutto: non chiamatelo Faro ! i genovesi vi guarderebbero male !

E' la lanterna, simbolo della città, che svetta con i sui 117 m totali (in parte dati dalla torre, e in parte dalla collina sottostante) e proietta luce fino a pensate... 57 km di distanza...pazzesco !

Accompagna dal 1543 le navi che entrano in mare, scorcio caratteristico della città, vista dai traghetti e dalle navi da crociera, fa capolino e saluta anche tutti coloro che dal ponente si spostano a levante o nel centro città.

Una storia tormentata la sua, fatta di bombardamenti e fulmini che l'hanno più volte colpita e danneggiata.

La lanterna oggi è visitabile percorrendo un camminamento, recentemente restaurato, che ci introduce alla sua storia con pannelli divulgativi. Si attraversano le sale dei fucilieri e le sale dei cannoni, all'interno della struttura e delle mura fortificate, riallestite a museo. 172 gradini vi separano dalla terrazza panoramica, l'intero percorso, fino alla sua cima è di ben 365 gradini ma purtroppo, o per fortuna... non è possibile per i visitatori arrivare alla sommità visto che è ancora operativa.

Una chicca, per gli amanti degli animali come noi, è sapere che ogni anno, due falchi pellegrini nidificano sulla torre della città. Si chiamano Zena e Cris (diminutivo di Cristoforo Colombo) e ogni anno partoriscono qui due piccoli (in quel periodo il nido è seguito e presidiato dai volontari Lipu).

Due quindi i record della Lanterna, quello di essere il faro più alto d'Europa e quello di essere 'la casa' dell'animale più veloce in natura, i 320km all'ora del falco pellegrino battono anche, e non di poco, i 130 km all'ora fatti dal ghepardo africano !

Se siete arrivati fin qui, godetevi lo spettacolo (tappandovi solo gli occhi per non vedere l'orribile centrale a carbone proprio sottostante..), nelle giornate limpide, oltre alla Corsica, potrete vedere quasi l'intera costa ligure e tutte le montagne che fanno da regale corona. Con un po' di competenza geografica, il gioco nel riconoscere le cime sarà un gradevole 'riprendi fiato' dopo la salita.

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