23.000 PASSI ALLA RICERCA DEL BELLO - VAL VARENNA (GENOVA PEGLI)

E' una domenica plumbea e umida, la primavera stenta ad arrivare, gli umori e i colori sono appiattiti da questo virus che ci impedisce di vivere le nostre vite in libertà. La voglia di camminare limitata dalla possibilità di uscire dal Comune, e dalla quantità di gente che ha scoperto o riscoperto i sentieri di Genova.

Da Genova Pegli risalgo la Val Varenna, una zona periferica, alla ricerca di piccoli particolari in un contesto sfruttato e maltrattato dall'uomo; come tutte le valli che circondano la città non mancano contesti industriali in uso o abbandonati e angoli di campagna deturpata da contadini o allevatori che non hanno nessuna cura del contesto che li circonda.

Abbonda però anche il silenzio, la natura esuberate e tanti angoli che trasudano di storia.

Il mio cammino inizia da Via Antica Romana di Pegli, improvvisamente il traffico di Via Merano e dell'aurelia scompare, una mattonata contornata da antiche mura, ville ottocentesche mi accompagna fuori dal contesto cittadino. 

Arrivata al fiume Varenna, inizio a risalire il fiume sulla sponda destra. Insediamenti industriali si alternano con angoli di natura, qui i birdwatchers possono raccogliere qualche soddisfazione (io ho solo un cellulare con me e l'assenza di zoom non mi consente foto di qualità) e, con un po' di fortuna, si possono anche avvistare dei caprioli.

In Via Razzara mi lascio rapire da scorci di pura genovesità: dai panni stesi alle finestre, al Molino di Pegli che produce uno dei prodotti più tipici della zona, la farina di ceci, ingrediente principale dell'amata farinata, piatto prelibato adatto ai vegetariani come me, l'ideale sarebbe trovarla a casa fumante al rientro da questa camminata!


Arrivo e supero le belle Villa Granara-Cabiria e Palazzo Lomellini Konak, speculari rispetto al fiume, collegate da un bellissimo ponte. A completare l'esperienza bucolica/cittadina, il distributore del latte 'crudo' ovvero non pastorizzato. 



Tanti sono i Ponti pedonali e non che attraversano il fiume Varenna e il suo affluente Rio Gambaro, tanti sono quelli antichi, in pietra e mattoni, belli da vedere e da fotografare ...se solo ci fosse un po' di sole e luce... il più bello ? forse il settecentesco 'Ponte di Napoleone' con la sua edicola votiva, ma altrettanto bello è imponente è il ponte ferroviario della tratta Genova-Acqui Terme (del 1894).

Continuo a salire, aumentano gli orti, la città è un ricordo. Finalmente anche la primavera mi raggiunge, con qualche arbusto che colora il mio cuore, facendomi dimenticare gli ormai odiati 'rosso e arancione' che stanno regolando le nostre vite.

Salgo ancora in direzione San Carlo di Cese, il fiume sulla sinistra, i monti sulla destra. Da San Carlo ci sono alcuni sentieri di trekking già percorsi in passato lungo il Rio Gandolfi. Qui i fiumi formano cascate e laghetti e in estate diventano meta di gitanti alla ricerca di luoghi in cui fare un pic-nic e bagnarsi nelle fredde acque della vallata. Per l'itinerario di trekking lungo il Rio Gandolfi clicca qui http://orsiconlavaligia.blogspot.com/2020/11/punta-del-corno-genova.html

Giunta all'abitato di San Carlo di Cese, decido di tornare a valle di corsa, le gambe si scaldano, la tensione della settimana scende. Non sono l'unica a percorrere questa strada salendo camminando e scendendo correndo, l'ho fatto tante volte e l'ho visto fare a tanti. Alcuni, più 'pigri', salgono con l'autobus (linea 71) e scendono correndo. Tante anche le biciclette da corsa, mountain bike ed e-biked. 

Torno a casa avendo fatto un po' più di 23.000 passi, circa 18 km. Un po' di bellezza l'ho trovata, sono soddisfatta ! 




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